RINGTONE - Inno della Contrada di Valdimontone.mp3
INNO COMPLETO
Ho ricevuto una segnalazione che ci sono altri anni che presentano Fantini vittoriosi ultra quarantenni per cui ho cancellato il post e lo ripubblico nel pomeriggio scusate per il disguido e grazie per le segnalazioni che mi fate
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La Nazione
Palio, vittoria di Valdimontone: traiettorie perfette, il testa a testa con Tittia nel finale
Pantera e Leocorno hanno tallonato Valdimontone per tutta la Carriera, ma Zedde ha sempre resistito
La Vittoria del Valdimontone è da incastonare come una pietra preziosa in un gioiello.
Chapeau a Capitan Aldo Nerozzi!
Chapeau a Capitan Aldo Nerozzi!
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+++ BREAKING NEWS +++
Il 2025 paliesco passa alla Storia del Palio di Siena anche per un altro aspetto: entrambi i fantini vittoriosi, infatti, sono di età superiore ai 40 anni.
- Giovanni Atzeni, detto Tittia vince il Palio del 3 luglio 2025. Essendo nato il 13 aprile 1985, al momento della Vittoria ha un’età di 40 anni e 2 mesi.
- Giuseppe Zedde, detto Gingillo, vince il Palio del 16 agosto 2025, essendo nato il 30 luglio 1982, ha oggi 43 anni esatti.
Questa indagine dimostra perché l'esperienza può trionfare sulla giovinezza nell'antica competizione senese.
La ricerca di anni in cui entrambi i fantini vincitori avevano più di 40 anni ha pochi precedenti nella storia moderna del Palio.
1826 Luigi Menghetti detto Piaccina (2 luglio Bruco) e Luigi Brandani detto Cicciolesso (16 agosto Nicchio)
1878 🡪 Paolo Santinelli detto Marzialetto (2 luglio Drago) e Mario Bernini detto Bachicche (16 agosto Nicchio)
Questa evenienza si è già verificata anche quando uno stesso fantino ha fatto “cappotto” nello stesso anno (sappiamo bene che la definizione di “cappotto” per i fantini è spuria e non ufficialmente riconosciuta, ma con l’avvento della nuova società dei media è ormai sostanzialmente riconosciuto al livello di statistiche anche il cosiddetto cappotto dei fantini).
La rarità del successo dei veterani
L'analisi storica rivela perché le vittorie dopo i 40 anni sono davvero eccezionali nel Palio. Le estreme esigenze fisiche - cavalcare a pelo, le curve insidiose della piazza in contropendenza e la guerra psicologica di questo sport - costringevano in passato tipicamente al ritiro proprio intorno ai 40 anni. Qui tutti i fantini che vinsero il Palio dopo i 40 anni.
Precedenti storici di doppie vittorie
Ecco chi ha vinto nello stesso anno a più di 40 anni:
1809 🡪 Tommaso Felloni, detto Biggèri: Palio del 2 luglio 1809, vinto dal Leocorno e Palio del 16 agosto 1809, vinto dalla Lupa.
Perché l'esperienza conta in piazza
Il Palio premia in modo unico sia l'abilità fisica che l'intelligenza strategica, creando rare opportunità di successo per i veterani. I fantini più anziani compensano il calo dei riflessi con una maggiore abilità nella corsa: comprendono le relazioni tra le contrade rivali, padroneggiano le complesse negoziazioni e alleanze pre-gara e impiegano abilità di guerra psicologica sviluppate nel corso di decenni.
I risultati sul Campo ci dicono quindi che il pericolo del Palio amplifica il valore dell'esperienza.
Con un tasso di cadute quasi 100 volte superiore a quello delle corse convenzionali, i veterani che sopravvivono a lunghe carriere dimostrano un giudizio eccezionale nella gestione del rischio, nel comportamento dei cavalli e nelle condizioni della pista. Questa saggezza accumulata può occasionalmente superare i vantaggi naturali della giovinezza. Va infine considerato il fatto non trascurabile che oggi l'alimentazione dei fantini è da veri e propri professionisti, che oltretutto seguono allenamenti in palestra e talvolta perfino dispongono di esperti in mental coaching o simili aiuti anche psicologici, per raggiungere lo stato di massima prestazione al momento giusto.
Ricerca originale di questo canale Telegram su dati ilpalio.org
Il 2025 paliesco passa alla Storia del Palio di Siena anche per un altro aspetto: entrambi i fantini vittoriosi, infatti, sono di età superiore ai 40 anni.
- Giovanni Atzeni, detto Tittia vince il Palio del 3 luglio 2025. Essendo nato il 13 aprile 1985, al momento della Vittoria ha un’età di 40 anni e 2 mesi.
- Giuseppe Zedde, detto Gingillo, vince il Palio del 16 agosto 2025, essendo nato il 30 luglio 1982, ha oggi 43 anni esatti.
Questa indagine dimostra perché l'esperienza può trionfare sulla giovinezza nell'antica competizione senese.
La ricerca di anni in cui entrambi i fantini vincitori avevano più di 40 anni ha pochi precedenti nella storia moderna del Palio.
1826 Luigi Menghetti detto Piaccina (2 luglio Bruco) e Luigi Brandani detto Cicciolesso (16 agosto Nicchio)
1878 🡪 Paolo Santinelli detto Marzialetto (2 luglio Drago) e Mario Bernini detto Bachicche (16 agosto Nicchio)
Questa evenienza si è già verificata anche quando uno stesso fantino ha fatto “cappotto” nello stesso anno (sappiamo bene che la definizione di “cappotto” per i fantini è spuria e non ufficialmente riconosciuta, ma con l’avvento della nuova società dei media è ormai sostanzialmente riconosciuto al livello di statistiche anche il cosiddetto cappotto dei fantini).
La rarità del successo dei veterani
L'analisi storica rivela perché le vittorie dopo i 40 anni sono davvero eccezionali nel Palio. Le estreme esigenze fisiche - cavalcare a pelo, le curve insidiose della piazza in contropendenza e la guerra psicologica di questo sport - costringevano in passato tipicamente al ritiro proprio intorno ai 40 anni. Qui tutti i fantini che vinsero il Palio dopo i 40 anni.
Precedenti storici di doppie vittorie
Ecco chi ha vinto nello stesso anno a più di 40 anni:
1809 🡪 Tommaso Felloni, detto Biggèri: Palio del 2 luglio 1809, vinto dal Leocorno e Palio del 16 agosto 1809, vinto dalla Lupa.
Perché l'esperienza conta in piazza
Il Palio premia in modo unico sia l'abilità fisica che l'intelligenza strategica, creando rare opportunità di successo per i veterani. I fantini più anziani compensano il calo dei riflessi con una maggiore abilità nella corsa: comprendono le relazioni tra le contrade rivali, padroneggiano le complesse negoziazioni e alleanze pre-gara e impiegano abilità di guerra psicologica sviluppate nel corso di decenni.
I risultati sul Campo ci dicono quindi che il pericolo del Palio amplifica il valore dell'esperienza.
Con un tasso di cadute quasi 100 volte superiore a quello delle corse convenzionali, i veterani che sopravvivono a lunghe carriere dimostrano un giudizio eccezionale nella gestione del rischio, nel comportamento dei cavalli e nelle condizioni della pista. Questa saggezza accumulata può occasionalmente superare i vantaggi naturali della giovinezza. Va infine considerato il fatto non trascurabile che oggi l'alimentazione dei fantini è da veri e propri professionisti, che oltretutto seguono allenamenti in palestra e talvolta perfino dispongono di esperti in mental coaching o simili aiuti anche psicologici, per raggiungere lo stato di massima prestazione al momento giusto.
Ricerca originale di questo canale Telegram su dati ilpalio.org
www.ilpalio.org
Palio di Siena - le schede dei fantini - Tittia (Giovanni Atzeni)
Palio di Siena le schede dei fantini
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Da un'idea di Franco Borghero e Luca Rossi, il 20 agosto 2025 a Palazzo Patrizi in Via di Città 75 alle 21 ci sarà uno spettacolo teatrale dedicato all'80esimo anniversario del Palio della Pace del 20 agosto 1945.
Racconti inediti divertenti e commoventi sul Palio della Pace. Musiche di Franco Baldi. Sarà presente la signora Graziella Calabró, moglie del fantino Rubacuori.
Elaborazione testi e regia di Franco Borghero.
Ingresso libero
#paliodellapace #cultura
Racconti inediti divertenti e commoventi sul Palio della Pace. Musiche di Franco Baldi. Sarà presente la signora Graziella Calabró, moglie del fantino Rubacuori.
Elaborazione testi e regia di Franco Borghero.
Ingresso libero
#paliodellapace #cultura
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IL 20 AGOSTO 1348 MUORE A SIENA SAN BERNARDO TOLOMEI, UNO DEI SANTI PROTETTORI DELLA CONTRADA PRIORA DELLA CIVETTA
Ha aspettato 661 anni per vedersi proclamare santo: vicende storiche e l’incessante scorrere dei secoli hanno pesato sulla sua causa di canonizzazione, al punto che solo domenica 26 aprile 2009 Papa Benedetto XVI ha potuto dichiarare santo Giovanni Bernardo Tolomei, il fondatore degli Olivetani.
Nasce il 10 maggio 1272 a Siena e viene battezzato con il nome di Giovanni; la sua è una delle famiglie più nobili e potenti della città, e questo potrebbe fare la differenza tra noi e lui; ma la crisi politica, economica e morale che caratterizza il periodo in cui vive lo rende straordinariamente nostro contemporaneo, a dimostrazione che nulla di nuovo avviene sotto il sole e, soprattutto, che in qualsiasi momento si può fare della nostra vita un capolavoro d’amore.
Un brillante percorso scolastico e una memoria prodigiosa fanno di lui, ancora giovanissimo, uno dei docenti di Giurisprudenza nella nostra prestigiosa università senese. Sono stati invece i domenicani della città a trasfondergli una fede autentica, una carità operosa e un grande amore per la preghiera: virtù che non lo abbandonano, anche quando si lascia avvolgere dai fasti di una vita spensierata e gaudente. In età matura attraversa una crisi religiosa, dalla quale emerge con fatica.
Tutto inizia con una misteriosa malattia agli occhi, che peggiora al punto da portarlo alla completa cecità; unico barlume di speranza, in questo periodo buio dentro e fuori di lui, resta quello che ha imparato dai Domenicani e che lo porta a promettere di donarsi interamente a Dio se solo potrà recuperare la vista. Che prodigiosamente ritorna, almeno in quantità tale da permettergli una vita autonoma e da consentirgli, alla soglia dei 40 anni, di adempiere il suo voto. Ma non dai Domenicani (ai quali pure deve tanta riconoscenza) e neppure in una delle congregazioni già esistenti: le tante crisi che agitano il Trecento e forse anche il ricordo dei suoi recenti anni troppo gaudenti, gli impongono di cercare Dio nella solitudine, nella preghiera e nella contemplazione. È così che, insieme ad un paio di amici, nobili e ricchi come lui, e come lui desiderosi di incontrare Dio, si rifugia in una proprietà della sua famiglia, ricca di rovi e di vecchi ulivi, da dissodare e disboscare.
Quei giovanotti, con le mani ben curate e senza calli, faticano ad adattarsi a quei lavori manuali, ma compiono progressi straordinari sulla strada che porta a Dio. E sono contagiosi, perché attirano, con il loro esempio e con la loro vita austera, tanti altri. La comunità cresce, arricchita da “nobili e ignobili”, come dicono le cronache del tempo: cioè dai figli delle famiglie nobili come da quelli delle famiglie proletarie: vivono in fraternità, secondo lo spirito delle prime comunità cristiane, mettendo tutto in comune e lavorando per vivere; come cella non hanno altro che le grotte di cui la zona è ricca. La gelosia finisce anche per lambire questa straordinaria comunità penitente e orante, facendo circolare voci malevoli. Arrivano i legati di papa Giovanni XXII, mandati a controllare cosa ci sia di vero, e devono ammettere che tutto funziona; solo si raccomandano che la nuova comunità, viste le proporzioni che sta assumendo, si dia una regola, scegliendola tra quelle esistenti e già approvate dalla Chiesa.
Il 1 aprile 1319 nasce dunque il Monastero di Santa Maria di Monte Oliveto Maggiore (link a Wikipedia), con la posa della prima pietra della chiesa, evento registrato da regolare documento steso dal notaio senese Giovanni del fu Ventura: il deserto di Accona diventa “Monte Oliveto”, a ricordo del Monte degli Ulivi, su cui il Signore amava ritirarsi con i suoi discepoli e dove pregò prima della sua passione, e sito tradizionale dell’Ascensione. Gli eremiti divennero monaci secondo lo spirito della Regola di S. Benedetto, pur con alcuni mutamenti istituzionali (abate non a vita ma eletto ogni anno).
[...continua...]
Ha aspettato 661 anni per vedersi proclamare santo: vicende storiche e l’incessante scorrere dei secoli hanno pesato sulla sua causa di canonizzazione, al punto che solo domenica 26 aprile 2009 Papa Benedetto XVI ha potuto dichiarare santo Giovanni Bernardo Tolomei, il fondatore degli Olivetani.
Nasce il 10 maggio 1272 a Siena e viene battezzato con il nome di Giovanni; la sua è una delle famiglie più nobili e potenti della città, e questo potrebbe fare la differenza tra noi e lui; ma la crisi politica, economica e morale che caratterizza il periodo in cui vive lo rende straordinariamente nostro contemporaneo, a dimostrazione che nulla di nuovo avviene sotto il sole e, soprattutto, che in qualsiasi momento si può fare della nostra vita un capolavoro d’amore.
Un brillante percorso scolastico e una memoria prodigiosa fanno di lui, ancora giovanissimo, uno dei docenti di Giurisprudenza nella nostra prestigiosa università senese. Sono stati invece i domenicani della città a trasfondergli una fede autentica, una carità operosa e un grande amore per la preghiera: virtù che non lo abbandonano, anche quando si lascia avvolgere dai fasti di una vita spensierata e gaudente. In età matura attraversa una crisi religiosa, dalla quale emerge con fatica.
Tutto inizia con una misteriosa malattia agli occhi, che peggiora al punto da portarlo alla completa cecità; unico barlume di speranza, in questo periodo buio dentro e fuori di lui, resta quello che ha imparato dai Domenicani e che lo porta a promettere di donarsi interamente a Dio se solo potrà recuperare la vista. Che prodigiosamente ritorna, almeno in quantità tale da permettergli una vita autonoma e da consentirgli, alla soglia dei 40 anni, di adempiere il suo voto. Ma non dai Domenicani (ai quali pure deve tanta riconoscenza) e neppure in una delle congregazioni già esistenti: le tante crisi che agitano il Trecento e forse anche il ricordo dei suoi recenti anni troppo gaudenti, gli impongono di cercare Dio nella solitudine, nella preghiera e nella contemplazione. È così che, insieme ad un paio di amici, nobili e ricchi come lui, e come lui desiderosi di incontrare Dio, si rifugia in una proprietà della sua famiglia, ricca di rovi e di vecchi ulivi, da dissodare e disboscare.
Quei giovanotti, con le mani ben curate e senza calli, faticano ad adattarsi a quei lavori manuali, ma compiono progressi straordinari sulla strada che porta a Dio. E sono contagiosi, perché attirano, con il loro esempio e con la loro vita austera, tanti altri. La comunità cresce, arricchita da “nobili e ignobili”, come dicono le cronache del tempo: cioè dai figli delle famiglie nobili come da quelli delle famiglie proletarie: vivono in fraternità, secondo lo spirito delle prime comunità cristiane, mettendo tutto in comune e lavorando per vivere; come cella non hanno altro che le grotte di cui la zona è ricca. La gelosia finisce anche per lambire questa straordinaria comunità penitente e orante, facendo circolare voci malevoli. Arrivano i legati di papa Giovanni XXII, mandati a controllare cosa ci sia di vero, e devono ammettere che tutto funziona; solo si raccomandano che la nuova comunità, viste le proporzioni che sta assumendo, si dia una regola, scegliendola tra quelle esistenti e già approvate dalla Chiesa.
Il 1 aprile 1319 nasce dunque il Monastero di Santa Maria di Monte Oliveto Maggiore (link a Wikipedia), con la posa della prima pietra della chiesa, evento registrato da regolare documento steso dal notaio senese Giovanni del fu Ventura: il deserto di Accona diventa “Monte Oliveto”, a ricordo del Monte degli Ulivi, su cui il Signore amava ritirarsi con i suoi discepoli e dove pregò prima della sua passione, e sito tradizionale dell’Ascensione. Gli eremiti divennero monaci secondo lo spirito della Regola di S. Benedetto, pur con alcuni mutamenti istituzionali (abate non a vita ma eletto ogni anno).
[...continua...]
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IL 20 AGOSTO 1348 MUORE A SIENA SAN BERNARDO TOLOMEI, UNO DEI SANTI PROTETTORI DELLA CONTRADA PRIORA DELLA CIVETTA (2a parte)
[...segue...]
Nasce così la congregazione e il monastero di Santa Maria del Monte Oliveto: la Regola cui si rifanno è quella di San Benedetto, il loro abito è di colore bianco in onore della Madonna e Giovanni Tolomei sceglie il nome di Bernardo, in onore dell’abate di Chiaravalle, anch’ egli innamorato di Maria. Non accetterà mai di essere ordinato prete giudicandosene indegno e accontentandosi di essere semplice diacono; come non accetterà per lungo tempo di essere abate del monastero che ha fondato: ufficialmente, dice, per i suoi problemi di vista e per le sue incapacità; in realtà, per l’umiltà che gli impone di essere l’ultimo di tutti e al servizio di tutti. Quando capisce che l’essere abate è il modo vero per mettersi a completo servizio dei confratelli, accetta anche questa nomina, diventando il modello dei monaci. Che crescono di numero, come i monasteri che bisogna aprire ovunque, e che in quella carica lo riconfermano, ogni anno, per 26 anni, praticamente fino alla morte.
La peste nera del 1348 mette alla prova la coerenza e la carità di Fra Bernardo e dei suoi monaci: non solo li manda a curare gli appestati, ma lui stesso scende a Siena per incoraggiarli e sostenerli. Muoiono a decine (almeno 80) e anche Fra Bernardo ne è contagiato. Muore di peste il 20 agosto, vittima dell’amore che non solo ha insegnato, ma concretamente esercitato. Fino al dono completo di sé.
Testo tratto da
https://www.assisiofm.it/
Qui ecco l'omelia del Santo Padre Benedetto XVI del 2009 con cui canonizza San Bernardo Tolomei
A Siena il suo culto è particolarmente legato alla Chiesa di San Cristoforo, in Piazza Tolomei, sulla quale sorge l’omonimo Palazzo di famiglia e nell’Oratorio della Contrada Priora della Civetta. Una curiosità: la canonizzazione di San Bernardo Tolomei avviene il 26 aprile 2009. All’indomani della sua canonizzazione la Contrada Priora della Civetta elegge San Bernardo Tolomei come compatrono, insieme a Sant’Antonio di Padova. Nell’agosto 2009, proprio la Civetta vince il Palio dell’Assunta con il quale il Comune di Siena aveva voluto commemorare la santità del senese Bernardo Tolomei. Uno di quei casi della Storia che per i senesi non sono affatto casuali.
[...segue...]
Nasce così la congregazione e il monastero di Santa Maria del Monte Oliveto: la Regola cui si rifanno è quella di San Benedetto, il loro abito è di colore bianco in onore della Madonna e Giovanni Tolomei sceglie il nome di Bernardo, in onore dell’abate di Chiaravalle, anch’ egli innamorato di Maria. Non accetterà mai di essere ordinato prete giudicandosene indegno e accontentandosi di essere semplice diacono; come non accetterà per lungo tempo di essere abate del monastero che ha fondato: ufficialmente, dice, per i suoi problemi di vista e per le sue incapacità; in realtà, per l’umiltà che gli impone di essere l’ultimo di tutti e al servizio di tutti. Quando capisce che l’essere abate è il modo vero per mettersi a completo servizio dei confratelli, accetta anche questa nomina, diventando il modello dei monaci. Che crescono di numero, come i monasteri che bisogna aprire ovunque, e che in quella carica lo riconfermano, ogni anno, per 26 anni, praticamente fino alla morte.
La peste nera del 1348 mette alla prova la coerenza e la carità di Fra Bernardo e dei suoi monaci: non solo li manda a curare gli appestati, ma lui stesso scende a Siena per incoraggiarli e sostenerli. Muoiono a decine (almeno 80) e anche Fra Bernardo ne è contagiato. Muore di peste il 20 agosto, vittima dell’amore che non solo ha insegnato, ma concretamente esercitato. Fino al dono completo di sé.
Testo tratto da
https://www.assisiofm.it/
Qui ecco l'omelia del Santo Padre Benedetto XVI del 2009 con cui canonizza San Bernardo Tolomei
A Siena il suo culto è particolarmente legato alla Chiesa di San Cristoforo, in Piazza Tolomei, sulla quale sorge l’omonimo Palazzo di famiglia e nell’Oratorio della Contrada Priora della Civetta. Una curiosità: la canonizzazione di San Bernardo Tolomei avviene il 26 aprile 2009. All’indomani della sua canonizzazione la Contrada Priora della Civetta elegge San Bernardo Tolomei come compatrono, insieme a Sant’Antonio di Padova. Nell’agosto 2009, proprio la Civetta vince il Palio dell’Assunta con il quale il Comune di Siena aveva voluto commemorare la santità del senese Bernardo Tolomei. Uno di quei casi della Storia che per i senesi non sono affatto casuali.
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La Contrada della Torre ha vinto il Masgalano 2025
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Tutti a Montepulciano venerdì 22 agosto per smaltire le fatiche del Palio.
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CANTINE IN PIAZZA: IL 22 AGOSTO TORNA LA FESTA A MONTEPULCIANO
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Ormai tutti sanno che al Palio c'era Madonna.
Ne hanno parlato un po' tutti i media locali, qui La Nazione, chi con toni entusiastici, chi con toni più freddini.
Era a Siena in forma privata e tutti sanno ormai che ha festeggiato il suo compleanno proprio a Siena, perché è nata il 16 agosto di non si sa quale anno hahahà 😄. C'è chi dice 1958, ma lei ha sempre detto 1960. Quale che sia, toccata e fuga. L'ho vista passare anche io, o meglio, ho visto passare il nugolo del suo Staff che la proteggeva, lei era letteralmente scortata.
Ne hanno parlato un po' tutti i media locali, qui La Nazione, chi con toni entusiastici, chi con toni più freddini.
Era a Siena in forma privata e tutti sanno ormai che ha festeggiato il suo compleanno proprio a Siena, perché è nata il 16 agosto di non si sa quale anno hahahà 😄. C'è chi dice 1958, ma lei ha sempre detto 1960. Quale che sia, toccata e fuga. L'ho vista passare anche io, o meglio, ho visto passare il nugolo del suo Staff che la proteggeva, lei era letteralmente scortata.
La Nazione
Madonna, lo spot per Siena: “Innamorata del Palio, era un sogno da sempre”
“Si corre il giorno del mio compleanno, il 16 agosto, ma dal 1482!” In pochi minuti il suo post su Instagram fa il giro del mondo: 176mila like. La regina del pop racconta la sua giornata tra Firenze e piazza del Campo
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Chi è l'altro personaggio famoso di fama mondiale che è nato il 16 agosto?
Final Results
7%
Il direttore del TG1 RAI 📺
10%
Vladimir Putin 💣
6%
Fabio Capello ⚽️
5%
Patti Smith 🎤
7%
Eric Clapton 🎸
54%
Jannik Sinner 🏸
10%
Marcello Lippi ⚽️
3%
Raul Bova 🎥
La Nazione
Istrice, nuove monture: "Avevano più di 30 anni. Fatte con stoffe leggere, ora facili da mettere"
Sono state presentate ieri a palazzo Nerli-Pieri dal priore Squarci. Oggi l’ultimo volume della Collana Falassi, sabato battesimo per 40. "Termino il mandato, la Contrada può scegliere fra risorse giovani".
La Contrada Sovrana dell'Istrice ha rinnovato le monture, La Nazione
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Forwarded from Ricordi di PALIO
Come ha comunicato il fondatore Michele Fiorini nel Gruppo di Ricordi di Palio, connesso a questo canale, è stata appena pubblicata la puntata restaurata di un video di svariati anni fa. Si chiama "Oltre il tempo" 1996-2003.
Se volete associarvi, la quota da versare per l' anno 2025 è di € 30,00 per gli Associati.
Qui sotto l' iban e la causale.
Iban c/c intestato all'Associazione Ricordi di Palio e di Siena IT44N0707514202000000250611
Causale: quota associativa anno 2025
#ricordidipalio
Se volete associarvi, la quota da versare per l' anno 2025 è di € 30,00 per gli Associati.
Qui sotto l' iban e la causale.
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Causale: quota associativa anno 2025
#ricordidipalio
YouTube
"Oltre il Tempo" di Michele Fiorini 1996-2003
questa clip fu realizzata nel 1996 dedicata a Massimo Tancredi e "restaurata" nel 2003 e dedicata anche ad Alberto Ceccherini.
Questo scrissi, per l'occasione, 22 anni fa:
"una clip in memoria di chi siamo e della traccia che abbiamo lasciato nel nostro…
Questo scrissi, per l'occasione, 22 anni fa:
"una clip in memoria di chi siamo e della traccia che abbiamo lasciato nel nostro…
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