Telegram Web Link
+++ BREAKING NEWS +++
Prime proiezioni #meteopalio

Fonte meteoblue.com
Ecco l'inno della Contrada Capitana dell'Onda da installare come suoneria smartphone
Ecco le suonerie per smartphone della Contrada del Leocorno.
Meteo palio - Seconda proiezione

#meteopalio

Fonte: meteoblue.com
Sono arrivati nelle Contrade i nuovi zucchini e i nuovi cap per le Prove, come ci racconta Andrea Bianchi Sugarelli.
Gli zucchini vengono prodotti a Bergamo, dalla Las Helmets, ditta all'avanguardia al livello mondiale.
Si rinnova la grande amicizia con la bergamasca e il Palio di Siena

Fonte: Gazzetta di Siena
Di là dal fiume e tra gli alberi - Siena e il senso della vita

È andato in onda ieri sera ed è ricomparso su RaiPlay il famoso documentario di un'ora di Luigi Maria Perotti che fu bannato dalla Rai a causa delle rimostranze del CTPS.

“Siena e il senso della vita”, ma più che altro bisognerebbe capire il senso stesso di questo documentario, torna visibile su Rai 5 dopo che erano stati utilizzati filmati relativi al Palio, senza alcuna autorizzazione da parte del Consorzio.

L’autore Luigi Maria Perotti cerca di scusarsi sui social
Un vero e proprio pasticcio, come ricorderete sicuramente, quello che ha coinvolto la Rai ed il programma “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Il documentario, parte della serie “Di là dal fiume e tra gli alberi” prodotta da Rai Cultura, era nato con l’intento di raccontare Siena attraverso le sue voci, i suoi luoghi e la sua memoria storica. Tuttavia, accanto ai contributi di numerosi senesi, intervistati su temi culturali e cittadini, sono stati inseriti filmati relativi al Palio, senza alcuna autorizzazione da parte del Consorzio per la Tutela del Palio.

A distanza di qualche mese, è arrivata la risposta dell’autore Luigi Maria Perotti, che ha ammesso pubblicamente gli errori commessi. Perotti ha spiegato di aver rimontato la puntata seguendo le indicazioni del Consorzio. “Il Palio mi ha spinto a fare riflessioni necessarie – scrive Perotti –. Effettivamente, qualcosa è andato storto. Non è facile per chi non è di Siena capire cosa significhi il Palio. Ma quella disavventura si è trasformata in un’opportunità che mi porterà a Siena ancora molte volte”.

Questa vicenda mostra quanto sia importante rispettare i diritti d’autore e le tradizioni locali, quando si realizza un documentario su una città ricca di storia come Siena. Allo stesso tempo, sottolinea il valore del dialogo e della collaborazione tra autori, enti locali e cittadini per raccontare storie autentiche e rispettose.

La nuova versione di “Siena e il senso della vita” è disponibile anche su RaiPlay on demand.
Palio 2 luglio 2025: giovedì 26 giugno alle ore 19 la presentazione del Drappellone dal cortile del Podestà

La cerimonia di presentazione del Drappellone di luglio, realizzato da Riccardo Manganelli, si terrà giovedì 26 giugno alle ore 19, nella suggestiva cornice del Cortile del Podestà.

L'illustrazione dell'opera, destinata ad arricchire il museo della Contrada vincitrice del Palio del 2 luglio, sarà affidata a Giovanni Mazzini, storico e funzionario archivista presso l'Archivio di Stato di Siena. Successivamente al suono delle chiarine, il Drappellone sarà svelato ai cittadini di Siena.

Prenderanno poi la parola il Sindaco di Siena, Nicoletta Fabio, Giovanni Mazzini e l'artista stesso, Riccardo Manganelli. Durante la cerimonia, Cinzia Cardinali, direttrice dell'Archivio di Stato di Siena, presenterà il Masgalano 2025, opera dell'artista senese Laura Brocchi, offerta dall’Associazione Storica Palcaioli di Siena e dall’Associazione Palcaioli Senesi.

Causa pregressi impegni, gli aggiornamenti (inclusa la pubblicazione del drappellone) su questo canale slitteranno al mattino dopo.
Muore a Siena il 25 giugno 2008 Lazzero Beligni, detto Giove, indimenticato fantino che ha segnato il Novecento paliesco.

Giove, al secolo Lazzero Beligni, ma anche chiamato Freccia o Il Macellaio, o ancora semplicemente Lazzaro.
Già il fatto che gli si siano dati parecchi soprannomi dimostra quanto questo fantino senese abbia segnato i Destini delle Contrade.

Corse 40 Palii, senza mai vincere, in questo tristemente famoso record, è secondo solo a Luigi Anastasi, detto Gigi Bestia, che a cavallo 🏇🏻 tra il Settecento e l'Ottocento corse sul Tufo di Piazza per ben 42 volte senza mai vincere.

1- Gigi Bestia (42 disputati senza mai vincere)
2 - Giove (40 Palii disputati senza mai vincere)
3 - Ghiozzo (37 Palii disputati senza mai vincere)
4 - Bighino (28 Palii disputati senza mai vincere)
5 - Sciò (25 Palii disputati senza mai vincere)

Montò grandi cavalli, anzi tante grandi cavalle tutte femmine, che segnarono la Storia del Palio di Siena, come (in ordine sparso)

Tanaquilla (3 Vittorie)
Salomè de Mores (2 Vittorie)
Archetta (3 Vittorie)
Gaudenzia (4 Vittorie)
Selvaggia (2 Vittorie)
Beatrice (2 Vittorie)

Tutti nomi che a Siena fanno tremare i muri e palpitare i Cuori dei contradaioli.

Portò all'esordio svariate cavalle femmine (caso molto particolare) che hanno segnato la Storia del Palio di Siena, come

Capriola
Vandala
Sambrina (1 Vittoria)
Zaffira (1 Vittoria)

E portò all'esordio sul Tufo di Piazza anche

Panezio (8 Vittorie)
Quebel (3 Vittorie)

Due cavalli che sono di diritto nel Gotha dei Cavalli da Palio, insieme a tutte le Cavalle femmine succitate.

Lazzero Beligni, detto Giove è anche l'unico di due fantini che, nella Storia di Siena, sono diventati Dirigenti di Contrada dopo aver terminato la carriera come fantini. Lazzaro fu infatti Mangino nell'Oca, sua Contrada di nascita. L'altro fantino ad aver ricoperto incarichi ufficiali in una Consorella è Claudio Milanesi, detto Tavoletta, che fu Barbaresco nell'Aquila.

Sebbene mai vittorioso, Lazzero Beligni, detto Giove, fu spesso al centro delle strategie paliesche e fu sempre rispettato da tutti gli altri colleghi. Intanto, per montare Cavalli del calibro di quelli citati sopra, non sarebbe potuto essere "una schiappa".
Una curiosità:
A memoria Lazzero Beligni, detto Giove è, se non l'unico, sicuramente uno dei pochissimi fantini della storia recente del Palio di Siena che è sempre stato chiamato da tutti in città col nome di battesimo, non solo dagli addetti ai lavori (staff Palio e Contrade), ma da tutti. Penso che nemmeno altri monumenti tipo Canapino o perfino Aceto, venissero chiamati solo col nome. Non esiste una ragione precisa, solo l'usanza di popolo, ma può darsi, ed è una supposizione, che Lazzaro venisse percepito da tutti come uno di noi. Nel titolo del libro dedicato a Lazzero, a cura del compianto prof. Alessandro Falassi, Gaia Tancredi e Laura Valdesi, addirittura il soprannome non fu nemmeno citato.
2025/07/05 16:45:45
Back to Top
HTML Embed Code: