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Il Palio di Siena 🏇 pinned «Il video della Carriera del 2 luglio 2023 https://www.youtube.com/watch?v=HC0CSr-WtzY»
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IL 20 AGOSTO 1348 MUORE A SIENA SAN BERNARDO TOLOMEI, UNO DEI SANTI PROTETTORI DELLA CONTRADA PRIORA DELLA CIVETTA

Ha aspettato 661 anni per vedersi proclamare santo: vicende storiche e l’incessante scorrere dei secoli hanno pesato sulla sua causa di canonizzazione, al punto che solo domenica 26 aprile 2009 Papa Benedetto XVI ha potuto dichiarare santo Giovanni Bernardo Tolomei, il fondatore degli Olivetani.

Nasce il 10 maggio 1272 a Siena e viene battezzato con il nome di Giovanni; la sua è una delle famiglie più nobili e potenti della città, e questo potrebbe fare la differenza tra noi e lui; ma la crisi politica, economica e morale che caratterizza il periodo in cui vive lo rende straordinariamente nostro contemporaneo, a dimostrazione che nulla di nuovo avviene sotto il sole e, soprattutto, che in qualsiasi momento si può fare della nostra vita un capolavoro d’amore.

Un brillante percorso scolastico e una memoria prodigiosa fanno di lui, ancora giovanissimo, uno dei docenti di Giurisprudenza nella nostra prestigiosa università senese. Sono stati invece i domenicani della città a trasfondergli una fede autentica, una carità operosa e un grande amore per la preghiera: virtù che non lo abbandonano, anche quando si lascia avvolgere dai fasti di una vita spensierata e gaudente. In età matura attraversa una crisi religiosa, dalla quale emerge con fatica.

Tutto inizia con una misteriosa malattia agli occhi, che peggiora al punto da portarlo alla completa cecità; unico barlume di speranza, in questo periodo buio dentro e fuori di lui, resta quello che ha imparato dai Domenicani e che lo porta a promettere di donarsi interamente a Dio se solo potrà recuperare la vista. Che prodigiosamente ritorna, almeno in quantità tale da permettergli una vita autonoma e da consentirgli, alla soglia dei 40 anni, di adempiere il suo voto. Ma non dai Domenicani (ai quali pure deve tanta riconoscenza) e neppure in una delle congregazioni già esistenti: le tante crisi che agitano il Trecento e forse anche il ricordo dei suoi recenti anni troppo gaudenti, gli impongono di cercare Dio nella solitudine, nella preghiera e nella contemplazione. È così che, insieme ad un paio di amici, nobili e ricchi come lui, e come lui desiderosi di incontrare Dio, si rifugia in una proprietà della sua famiglia, ricca di rovi e di vecchi ulivi, da dissodare e disboscare.

Quei giovanotti, con le mani ben curate e senza calli, faticano ad adattarsi a quei lavori manuali, ma compiono progressi straordinari sulla strada che porta a Dio. E sono contagiosi, perché attirano, con il loro esempio e con la loro vita austera, tanti altri. La comunità cresce, arricchita da “nobili e ignobili”, come dicono le cronache del tempo: cioè dai figli delle famiglie nobili come da quelli delle famiglie proletarie: vivono in fraternità, secondo lo spirito delle prime comunità cristiane, mettendo tutto in comune e lavorando per vivere; come cella non hanno altro che le grotte di cui la zona è ricca. La gelosia finisce anche per lambire questa straordinaria comunità penitente e orante, facendo circolare voci malevoli. Arrivano i legati di papa Giovanni XXII, mandati a controllare cosa ci sia di vero, e devono ammettere che tutto funziona; solo si raccomandano che la nuova comunità, viste le proporzioni che sta assumendo, si dia una regola, scegliendola tra quelle esistenti e già approvate dalla Chiesa.

Il 1 aprile 1319 nasce dunque il Monastero di Santa Maria di Monte Oliveto Maggiore (link a Wikipedia), con la posa della prima pietra della chiesa, evento registrato da regolare documento steso dal notaio senese Giovanni del fu Ventura: il deserto di Accona diventa “Monte Oliveto”, a ricordo del Monte degli Ulivi, su cui il Signore amava ritirarsi con i suoi discepoli e dove pregò prima della sua passione, e sito tradizionale dell’Ascensione. Gli eremiti divennero monaci secondo lo spirito della Regola di S. Benedetto, pur con alcuni mutamenti istituzionali (abate non a vita ma eletto ogni anno).

[...continua...]
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IL 20 AGOSTO 1348 MUORE A SIENA SAN BERNARDO TOLOMEI, UNO DEI SANTI PROTETTORI DELLA CONTRADA PRIORA DELLA CIVETTA (2a parte)

[...segue...]

Nasce così la congregazione e il monastero di Santa Maria del Monte Oliveto: la Regola cui si rifanno è quella di San Benedetto, il loro abito è di colore bianco in onore della Madonna e Giovanni Tolomei sceglie il nome di Bernardo, in onore dell’abate di Chiaravalle, anch’ egli innamorato di Maria. Non accetterà mai di essere ordinato prete giudicandosene indegno e accontentandosi di essere semplice diacono; come non accetterà per lungo tempo di essere abate del monastero che ha fondato: ufficialmente, dice, per i suoi problemi di vista e per le sue incapacità; in realtà, per l’umiltà che gli impone di essere l’ultimo di tutti e al servizio di tutti. Quando capisce che l’essere abate è il modo vero per mettersi a completo servizio dei confratelli, accetta anche questa nomina, diventando il modello dei monaci. Che crescono di numero, come i monasteri che bisogna aprire ovunque, e che in quella carica lo riconfermano, ogni anno, per 26 anni, praticamente fino alla morte.

La peste nera del 1348 mette alla prova la coerenza e la carità di Fra Bernardo e dei suoi monaci: non solo li manda a curare gli appestati, ma lui stesso scende a Siena per incoraggiarli e sostenerli. Muoiono a decine (almeno 80) e anche Fra Bernardo ne è contagiato. Muore di peste il 20 agosto, vittima dell’amore che non solo ha insegnato, ma concretamente esercitato. Fino al dono completo di sé.

Testo tratto da
https://www.assisiofm.it/

Qui ecco l'omelia del Santo Padre Benedetto XVI del 2009 con cui canonizza San Bernardo Tolomei

A Siena il suo culto è particolarmente legato alla Chiesa di San Cristoforo, in Piazza Tolomei, sulla quale sorge l’omonimo Palazzo di famiglia e nell’Oratorio della Contrada Priora della Civetta. Una curiosità: la canonizzazione di San Bernardo Tolomei avviene il 26 aprile 2009. All’indomani della sua canonizzazione la Contrada Priora della Civetta elegge San Bernardo Tolomei come compatrono, insieme a Sant’Antonio di Padova. Nell’agosto 2009, proprio la Civetta vince il Palio dell’Assunta con il quale il Comune di Siena aveva voluto commemorare la santità del senese Bernardo Tolomei. Uno di quei casi della Storia che per noi senesi non sono affatto casuali.

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IL 20 AGOSTO 1945 SI CORREVA IL PALIO DELLA PACE

Dopo pochi minuti dalla fine della Carriera dell'Assunta del 1945, mentre la Civetta festeggiava la sua Vittoria col Biondo su Folco, il popolo contradaiolo iniziò a chiedere a gran voce la disputa di un terzo Palio per festeggiare la Pace. Il Sindaco Ciampolini non era d'accordo ma fu costretto a cedere perché le richieste di correre erano molto pressanti. Tra i contradaioli più attivi per lo Straordinario, c'era il celebre Barbaresco del Drago, Lorenzo Fabbri detto "Pappìo", personaggio leggendario per tutta Siena. In poco tempo si organizzò tutto, furono estratte le Contrade e si disputarono due sole prove. I big, Folco e Mughetto, toccarono rispettivamente al Drago e al Bruco, alla Torre toccò Piero un barbero di proprietà dell'Istituto Sieroterapico Sclavo, arrivato all'ultimo istante per completare il lotto dei cavalli. Il Bruco, a digiuno dal 1922, era disposto a tutto per vincere, i suoi dirigenti non lesinarono sforzi, tutto sembrava filare liscio, tanto che già dalla vigilia la vittoria brucaiola era data quasi per certa da tutti. L'unica preoccupazione proveniva dal giovane Rubacuori, che sul vecchio Folco sarebbe potuto divenire una mina vagante. Anche i fantini più esperti avevano fiutato il pericolo rappresentato dall'accoppiata del Drago, ma il Capitano del Bruco non volle assolutamente cambiare strategia, nonostante le insistenze di Pietrino che temeva di perdere tutti i soldi promessi in caso di successo brucaiolo. Si arrivò al Palio, che fu tra l'altro rimandato per pioggia dal 19 al 20 e il mossiere Lorenzo Pini annullò due mosse, apparse valide, che videro la Tartuca uscire nettamente prima dai canapi con il Bruco incredibilmente rimasto fermo. Si scatenò il caos, il tartuchino Silvio Gigli scese in pista a schiaffeggiare il mossiere, la Tartuca si ritirò e non prese parte alla Carriera. Per solidarietà, anche le alleate Oca e Onda ritirarono la loro Comparsa, anche molti giraffini lasciarono la Piazza. Pare che nella decisione tartuchina siano state determinanti anche alcune minacce ricevute da parte brucaiola nei giorni della vigilia.

Si cambia busta, si torna fra i canapi con il Bruco ancora allo steccato, la situazione è molto tesa, dalla mossa partono primi Istrice, Drago, Nicchio e Bruco. Pietrino gira primo a San Martino e vista la rimonta del Drago lo ostacola per favorire il Bruco che infatti passa in testa. Il Biondo resta al comando, ma il giovane Rubacuori, liberatosi dalle grinfie di Pietrino, continua a tallonare il Bruco. Si accende fra i due un breve ma intenso scambio di nerbate, il fantino del Drago punto nell'orgoglio si impegna al massimo e non rispetta i patti, vuole andare a vincere, contro tutto e tutti. In un attimo il Drago passa il Bruco, Mughetto si ferma all'ultimo San Martino, la rimonta della Torre è tanto tardiva quanto inutile. La rabbia dei brucaioli è irrefrenabile, Rubacuori si salva a stento dal linciaggio, gli scontri si fanno subito cruenti, il drappellone, appena abbozzato da Dino Rofi per il poco tempo a disposizione, viene calato fra la folla e ridotto a brandelli. Paradossalmente per questi episodi il Palio della Pace entra nella storia come fra i più violenti e turbolenti di sempre. Il cencio, ridipinto a spese del Bruco, verrà consegnato al Drago qualche tempo dopo, con tanto di scorta per il corteo. Le dure sanzioni prese in un primo momento contro il Bruco e Tartuca saranno poi condonate fra mille polemiche.

(testo di Roberto Filiani)

Il Palio della Pace fu rievocato anche in una breve puntata di Ricordi di Palio, con una bellissima intervista di Massimiliano Senesi all'indimenticato Ghigo Giannelli del Drago. Ecco il video.

https://www.ricordidipalio.org/ghigo-giannelli-ricorda-il-palio-della-pace/
CHI CORRE DI DIRITTO NEL 2024

Al Palio del 2 luglio 2024 ci sarà in Campo la Rivalità tra Civetta e Leocorno
Al Palio del 16 agosto 2024 ci sarà in Campo la Rivalità tra Civetta e Leocorno e anche quella tra Nicchio e Valdimontone.

tratto dal sito del Papei
ANDRANNO A DUE ESTRAZIONI (col rischio di non correre mai nel 2024)

Aquila
Chiocciola
Drago
Giraffa
Istrice
Tartuca
Torre

SONO GIA' SICURE DI CORRERE ENTRAMBI I PALII 2024

Civetta
Leocorno
Lupa
Valdimontone
LA FAMOSA QUESTIONE DEL NUMERO DEI PALII VINTI CHE NON COINCIDE QUASI MAI

La ragione per cui ci sono discrepanze tra i Palii vinti, indicati nel sito del Papei, quelle attribuite dal Comune e quelle che le Contrade si attribuiscono, risiede nei Palii del Seicento, di cui ci sono notizie frammentarie. Inoltre alcune Contrade si attribuiscono anche Vittorie in altri tipi di Palii, tipo i Palii alla lunga e quelli non tradizionali (non alla tonda).

Sui Palii del Seicento le ricerche del Papei ormai hanno rastrellato tutti gli Archivi cittadini. Come sapete la sua ricerca è stata pubblicata in un pdf che è disponibile anche qui sul canale Telegram.

All'Oca, il Comune di Siena ne attribuisce 66, ma in realtà ne sono accertate 64.

https://www.ilpalio.org/vinti.htm

https://www.ilpalio.org/vittoriecontradeoca.htm

Qui i Palii del Seicento
https://www.ilpalio.org/vittorie1633-1691.htm

La faccenda è una questione intricata e speriamo che qualcuno se ne voglia occupare per rendere il merito alle Contrade le cui Vittorie accertate sono in numero superiore, rispetto a quelle attribuite dal Comune. Forse un giorno qualcuno metterà mano a questo ginepraio e farà chiarezza.
Le uniche Contrade i cui Palii attribuiti dal Comune coincidono con quelli che la Contrada si attribuisce sono

Aquila (24)
Drago (39)
Selva (40)

Per tutte le altre saranno, forse, i posteri a tirare le fila di queste attribuzioni.
Masgalano 2023 - Ecco i punteggi delle Contrade

Fonte: SienaNews
#masgalano2023
È uscito il programma della Festa Titolare della Contrada Sovrana dell'Istrice, in onore di San Bartolomeo Apostolo
2025/07/05 11:58:52
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