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Buonasera a tutti.
Qualcuno saprebbe rispondere a tale questione posta da una undicenne?
“Quando non c’è energia non c’è colore, non c’è forma, non c’è vita...” Caravaggio

Prossimo ritiro immersivo-residenziale a Porto X:

Anatomia sottile dell'Essere
Viaggio attraverso la teoria e la Pratica dei Corpi Sottili


1-3 aprile
(Arrivi: 31 marzo sera/1 aprile mattina
Partenze: 3 sera/4 mattina)

Tre giorni di ritiro immersivo, tre giorni di Pratica dedicata, sottile, fisica, energetica, materica, nella magica dimensione di Porto X.

Maggiori dettagli qui:
https://www.tg-me.com/Porto_X/331

Chi interessato ci contatti al 393.900.11.68
La belva o la fanciulla
(favola esserica)


“Maestro, com'è possibile accettare ciò che non riusciamo a cambiare?”, chiese il giovane apprendista.

Il Maestro ci pensò silente, poi scuotendo delicatamente la testa, rispose.

“Non saprei dirtelo, caro mio... ma posso raccontarti cosa accadde a un uomo che conobbi per riuscire in ciò che tu mi chiedi.

Camminavo per le stradine di una antica città -ma più che una città era un paesetto abbandonato. E anche io mi sentivo antico e abbandonato.
Mentre vagavo, d'improvviso un uomo impaurito mi si presentò e con modi che denotavano ansia impotente, mi supplicò di aiutarlo. Essendo da tanto che in quei luoghi non si vedeva anima viva -così mi disse-, non poté egli che rivolgersi al primo pellegrino che il destino gli assegnò senza alcuna correlazione apparente a specifiche abilità ai fini della risoluzione del suo problema, consistente in quel che ansimando profferì:

“Ho una sorella. Questa sorella ha bisogno di aiuto, di un tipo che io non riesco a dare... puoi tu entrare in questo luogo ove ella dimora col suo impossibile carattere e cercare di aiutarla?”, “Va bene -risposi, pur non sapendo come...”, “Attenzione però -aggiunse l'uomo-, c'è un'enorme bestia feroce che cerca in ogni modo di entrare; per tua protezione io terrò il cancello ben serrato prima di nascondermi, tu fa il possibile.”

Acconsentii. Giungemmo ed entrai. Il cancello di legno si chiuse alle mie spalle, poi dei passi veloci di allontanamento.
La fanciulla era in fondo. I miei primi affabili approcci si rivelarono inutili come una barca nel deserto. Impossibile comunicare, il carattere e il suo modo di comportarsi non avevano nulla di umano ed ogni mio tentativo non faceva che peggiorare la situazione. Urlava e si dimenva scaraventandosi di continuo verso l'uscita. D'altra parte, la belva feroce fuori dal cancello di legno massiccio che le impediva di accedere al luogo ove la fanciulla risiedeva, una specie di bottega in pietra che aveva assunto ormai le sembianze di una tana più che di una casa.
La belva faceva davvero paura, la fanciulla era davvero pericolosa. Non sapevo come comportarmi. Non mi rimase che smettere di cercare una soluzione e accogliere quello che era in quel momento, così com'era. Man mano qualcosa iniziò a cambiare in me, lasciai trasformare la percezione di ciò che a me appariva. La lasciai trasformare fino a che non compresi...”

“Cosa? Cosa comprendeste, Maestro? Come tranquillizzare la fanciulla? Come allontanare la belva?”, chiese il giovane apprendista.

“Era quello che avevo cercato di fare, infatti, inutilmente. Perché -ed è quello che compresi- il dilemma non era la fanciulla o la belva. Il dilemma era in quell'uomo, nella sua limitante visione della realta. Era sicuro che la fanciulla fosse sua sorella perché a tutti gli effetti così appariva a lui , e questo in effetti appariva a me.
Ma la realtà oltre l'apparenza era che la “fanciulla” era la belva e la “belva” era la fanciulla. Iniziai così a comportarmi di conseguenza rispettando l'ordine reale delle cose, a trattare la “fanciulla” da belva chiusa in gabbia e la “belva” fuori, che scalpitava per entrare, da fanciulla. Riferii la mia visione all'uomo. Gli chiesi di fidarsi di ciò che “non vedeva”, gli chiesi di non temere la “belva”, e di aprire il cancello di legno. Acconsentì e fece quanto gli chiesi...”

“E cosa accadde, Maestro? La belva si trasformò in fanciulla e la fanciulla in belva?”.

“No. La fanciulla rimase “belva” e la belva rimase “fanciulla”...”

“Ma allora non cambiò nulla se tutto rimase com'era... se era una maledizione andava spezzata...”, ribatté l'apprendista.

(Continua nella seconda parte)
(Seconda parte)

“Affatto. La fanciulla rimase nella forma della “belva” e la belva nella forma della “fanciulla”, ma a cambiare fu la consapevolezza nell'uomo. Si rese finalmente conto che nel non aver mai voluto accettare le infinite possibilità dietro quell'unica verità data dalla “forma” apparente delle cose non aveva fatto altro che “maledire” gli altri esseri forzandoli in ciò che non avrebbero mai potuto Essere. Accettò così la “belva” come legittima sorella, chiamandola col suo nome e accoliendola nella sua legittima casa, e lasciò finalmente la “fanciulla” andare via, libera nel rispetto della sua feroce essenza.”

“E la maledizione?”, chiese ancora l'apprendista.

“Gli effetti di una maledizione non riguardano la forma delle cose, ma la percezione che abbiamo della loro essenza. La maledizione, in fondo, sta proprio nell'ostinarsi a voler cambiare la natura delle cose per poterle accettare, mentre accettare la natura delle cose è l'unica via affinché le cose possano cambiare...”

Valentino Infuso
“I grandi disegni sono sempre attraversati da molti scontri e difficoltà. La carne e il sangue diranno che bisogna abbandonare la missione… Guardiamoci bene dal dar loro ascolto.”
Vincent de Paul
(San Vincenzo de’ Paoli 1581-1660)

Questo pensiero per augurarvi un buon giorno da Porto X
Nuova diretta da Porto X:
mercoledì 6 aprile, ore 21

per la serie...
"Dal vile al Nobile, ovvero... come trasmutare merda in Oro", Cap.4
con l’avvincente storia di due nuovi ospiti a sorpresa.

Da non perdere, sempre con bicchiere di vino (o ciò che vi sollazza) alla mano, ci piacerebbe anche fare quattro chiacchiere con voi...

https://youtu.be/fN7863vdHS4
Ci duole comunicarvi che la diretta streaming del quarto capitolo della serie "Dal vile al Nobile, ovvero... come trasmutare merda in Oro.” è rinviata al 6 aprile

Ma al tempo stesso ne approfittiamo goliardicamente per rilanciare una DIRETTA stasera alle 21,30 qui sul nostro canale Telegram, alla vecchia maniera… una chiacchierata tra noi, su e con Anabel (www.isentieridellalbero.org), durante la quale chi vorrà potrà intervenire in diretta

Parleremo di Karma, Avventura, Presenza, corpi energetici e…

🍷 Felici di avervi con noi!!! 🍷


QUESTA SERA ALLE 21,30
Live stream scheduled for
Live stream started
Live stream finished (1 hour)
“Pronto?”
“Sì?”
“Ah, sì… salve… parlo con Porto decimo?”
“…”

Pillole di vita vissuta…
"Ognuno comincia, prima o poi, a intuire la  «via», cioè la sua propria profonda direzione nel cercare, nello scoprire, nello scegliere, nel desiderare...
Ma la perde subito appena pensa di averla "capita", di averla ben chiara davanti a sé.
La «Via», infatti, modifica continuamente chi la percorre....
A ogni passo lo sorprende: gli cambia il mondo, l'Universo  il colore della mente, il vento del respiro...
Così, paradossalmente, si è davvero su una «Via» quando si sta andando verso non si sa dove, coraggiosamente, fiduciosamente, e tutto intorno tra visibile e invisibile ci aiuta ad andare sempre oltre..."


Valentina Cidda Maldesi/Anabel
“Danzate, danzate, altrimenti siamo tutti perduti..."
Pina Bausch
 
Un magico week end dedicato alla “danza” a Porto X... ne usciamo grati e arricchiti...e sempre un po’ trasformati come sa trasformarci qualunque cosa vera a cui diamo il permesso di accadere...
 
“Dovremmo danzare di più nelle nostre vite, non danziamo abbastanza... dovremmo saper danzare sempre...”

Questo è il pensiero profondo, per me commovente, che mi accompagna da ieri sera, dopo l’emozione di aver rivisto, dopo anni, al nostro miniCinemaX di Porto X, il bellissimo film documentario di Wim Wenders “Pina” sull’arte di Pina Bausch...
 
La frase di Pina che chiude il film, “Danzate danzate, altrimenti siamo tutti perduti”, mi è penetrata nell’anima con una durezza dolcissima e una limpidezza straziante...
“Quanto è vero!” mi sono detta...
E non parlo della danza come arte espressiva in sé, che pure può essere una sublime manifestazione fisica della Danza a cui mi riferisco, io parlo della Danza dell’Universo a cui tutti apparteniamo...
 
L’Universo danza.
Danzano le galassie, le stelle, danza la terra intorno al sole, la luna intorno alla terra e così danzano le stagioni, le albe e i tramonti, le correnti dei mari e le viscere della terra nei loro assestamenti, danzano gli stormi di uccelli, danzano gli atomi, danzano gli elettroni nelle loro orbite, danzano onde e particelle tutte, il suono e la luce, danzano le cellule nei corpi vivi, danzano predatori e prede nell’equilibrio della vita, danzano le anime tra le dimensioni, danzano i cristalli di neve, la pioggia, i ragni che tessono le ragnatele e la rugiada che le illumina al mattino, danzano gli alberi densi di nidi e di ali danzanti tra la terra e il cielo, danzano le api sui fiori, i fiori nel vento, il vento sul mondo... la danza è il respiro dell'Universo... la sua sostanza, il suo luogo, il suo modo...
 
C’è danza dove c’è presenza senza invadenza, ascolto senza prevaricazione, accoglienza e restituzione; c’è danza dove c’è equilibrio, armonia, energia pura che va e che viene, che prende e che da, che sente e risponde, che miscela i colori delle emozioni su una tela sapiente e non li confonde; c’è danza dove c’è leggerezza e profondità, solitudine e unione, fragilità e forza, contrazione ed espansione, visione e guarigione...
 
Quanto danziamo nelle nostre vite? Nelle nostre relazioni? Nelle nostre azioni? Nelle nostre scelte? Nelle nostre espressioni?
 
Quanto siamo capaci di essere davvero “presenti”, quanto siamo capaci di un silenzio profondo prima di parlare, di ascoltare davvero prima di rispondere, di offrire prima di difenderci, di sentirci e sentire, di distruggere e creare, di morire e rinascere ogni volta che è tempo? Quanto siamo capaci di accogliere invece che di sopportare, di trasformare invece che di pietrificare, di fluire invece di bloccarci, di aprirci invece di chiudere, di stare invece che di scappare, di vivere invece che di esistere... sappiamo farlo ad ogni respiro?
 
Lo domando a me stessa? E mi rispondo soltanto con un lungo sospiro del cuore e con questo pensiero che da ieri non mi lascia...
 
Dovremmo danzare di più nelle nostre vite... non danziamo abbastanza...e anche se sappiamo danzare tanto dovremmo saper danzare sempre...
 
E allora... danziamo, danziamo, perché per il tempo in cui non lo facciamo, che sia un minuto, un ora, un giorno o una vita, siamo perduti…

...e infinitamente grazie Pina, per il dono della tua Vita e della tua Arte.

Valentina Cidda Maldesi/Anabel
“ Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà.
Non c’è altra via. Questa non è filosofia, questa è fisica”
(A.Einstein)

Pronti (o quasi) per il Viaggio che inizia da domani a Porto X:

Anatomia sottile dell'Essere
Viaggio attraverso la teoria e la Pratica dei Corpi Sottili
1-3 aprile
Nuova diretta da Porto X:
mercoledì 6 aprile, ore 21

per la serie...
"Dal vile al Nobile, ovvero... come trasmutare merda in Oro", Cap.4
con l’avvincente storia di due nuovi ospiti a sorpresa.

Ecco il link alla registrazione:

https://youtu.be/fN7863vdHS4
Le comode catene

Di Stefano Re

Io non credo che il bene e il male siano roba che sta là fuori e cui noi aderiamo, io credo che ciascuno di noi abbia la responsabilità ed il potere di definirli e attuarli nella propria esistenza. Vedo una enorme differenza proprio tra chi si assume questa responsabilità/potere e chi li rifiuta e li cerca di individuare soltanto fuori di sé, in entità, simboli o altri individui. 

Ritengo che una società sana e adulta debba essere composta di individui che assumono individualmente e senza remore queste responsabilità come proprie, non cedibili né mutuabili. L’esatto contrario della società da cui stiamo uscendo, che appiattisce l’individuo sui significati esistenziali dettati da una ortodossia comune travestita da “competenza” – o peggio ancora da “scienza”.
Il vile baratto

“Il sistema baratta costantemente la vostra autonomia con la vostra comodità. Le catene in cui vi chiude sono la sicurezza di un pensiero preconfezionato, lo svago di tecnologie del divertimento, l’obbedienza conformistica che vi toglie ogni responsabilità sulle vostre vite, sui vostri figli, sui vostri corpi, sulle vostre menti.
Persino molti di coloro che riconoscono il sistema come oppressivo, poi attuano questo stesso meccanismo fuori di esso. Lo fanno sposando pensiero manicheo, addossando la fonte di ogni male fuori di sé, agli altri, ai “cattivi” che tramano contro “i buoni” – senza accorgersi che così facendo non sono affatto usciti dallo schema che criticano, che ne stanno ricreando il processo fondamentale che toglie loro potere e responsabilità.
Potete liberarvi. Potete riprendere possesso dei vostri processi percettivi. Potete decidere della vostra realtà e della vostra identità.
Se volete farlo.”

Stefano Re
2024/10/02 18:23:39
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